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Antonella Fiore – Amorincorso

Amorincorso di Antonella Fiore

Amorincorso di Antonella Fiore

Nomen omen dicevano i romani e nel caso di Fiamma D’amore è proprio vero.

Fiamma D’Amore è la protagonista di Amorincorso (Manni Editore), romanzo d’esordio di Antonella Fiore.

Il destino di Fiamma è segnato dall’amore per un uomo, un amore che segna la sua vita e la porta a dividere la sua esistenza in tre momenti precisi e distinti, Prima, Durante e Dopo questo grande amore.

Un uomo il cui destino in questa storia è segnato già nel suo nome, Mercurio. La divinità classica che appare e scompare per cambiare la vita della mortale a cui concede il suo amore.

Amorincorso è, anche, l’educazione sentimentale di una ragazza di provincia.

Una collezione di storie e uomini che dal compagno di banco, più carino di Baglioni, accompagnano Fiamma fino alla grande storia della sua vita, all’Amore che cambierà tutto e la porterà a soffrire, a impazzire, a vivere una nuova esistenza segnata dal dolore e dalla mancanza.

E sono sempre gli uomini a segnare anche il periodo dopo la rottura con Mercurio. Uomini in cui Fiamma vede la possibilità di riprendere in mano la sua vita, di migliorare nuovamente la sua condizione, di innamorarsi di nuovo. Ma che finiranno per deludere ulteriormente la protagonista.

Amorincorso (bisognerebbe domandare all’autrice se la citazione di Baglioni nel titolo è voluta) è anche il racconto della vita di una single 40enne nella provincia meridionale, nella provincia in cui il matrimonio e solo il matrimonio ti concede uno status difficilmente raggiungibile altrimenti.

Il romanzo della Fiore offre, inoltre, uno spaccata sulla scuola italiana, sul precariato che colpisce i docenti, sempre alla ricerca di una supplenza, dopo una vita di studi e sacrifici.

L’autrice teorizza, inoltre, la relazione tra la posizione del cassetto in sala professori, il giorno di riposo e la disciplina, più o meno presente, della classe a cui è assegnato il docente.

Antonella Fiore riesce a rendere piacevole la lettura del suo romanzo d’esordio, non rendendo mai troppo melensa o patetica la storia dell’amore e del dolore di Fiamma e ci riesce con l’ironia nello scrivere e con una galleria di personaggi che restano nella memoria di chi leggerà Amorincorso.

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I Supereroi di Silvestro Ferrara

Supereroi“… se Taranto ha bisogno di eroi, ciascuno di noi può diventarne uno”: i supereroi fai-da-te di Silvestro Ferrara
Letterativo prosegue la sua edizione autunnale con un appuntamento imperdibile. Giovedì 6 dicembre alle 19.30 nella libreria Dickens si parlerà di un particolare fenomeno sociale con l’autore Silvestro Ferrara. Lo scrittore tarantino presenterà, infatti, il suo ultimo libro, “Supergiusti, Supertosti, Superveri”, una raccolta di supereroi fai-da-te provenienti da tutto il mondo che con improbabili costumi cercano di risolvere i problemi dell’umanità. Non hanno superpoteri e non vengono da altri pianeti. Potrebbero essere il nostro vicino di casa o un nostro parente. Sono persone comuni che scelgono di abbracciare una causa, indossare un costume e combattere il male con armi non convenzionali. C’è chi usa una tavoletta del wc come fosse un boomerang o chi impugna pistole al burro d’arachidi.
Una rassegna attenta e sagace, arricchita dalle tavole del disegnatore Andrea Ranghino, che fa emergere un fenomeno di cui ancora non si parla molto, analizzandolo in maniera ironica e coinvolgente.
“Questo libro mi sta portando in giro per l’Italia – ha commentato lo scrittore-  e sono molto felice di approdare finalmente a Taranto, dove sono nato e cresciuto. In un momento così drammatico per la città, le storie di questi supereroi di provincia che stanno appassionando e divertendo tanti lettori possono portare anche un messaggio di speranza: se Taranto ha bisogno di eroi, ciascuno di noi può diventarne uno, con tutina o senza”.
Silvestro Ferrara
Nato a Taranto nel 1984. Filologo moderno prestato alla comunicazione digitale, vive e lavora a Bari. È autore di  L’Europa e gli alieni  (Delos Books, 2009), ricerca in salsa pop sugli alieni letterari fra Seicento e Ottocento, finalista al Premio Italia 2010, e John Harvey Kellogg – Mai dire mais (Bevivino, 2010), biografia in chiave grottesca del folle inventore dei corn flakes. Il suo sito internet è www.sferrara.it.
SUPERGIUSTI, SUPERTOSTI, SUPERVERI.
Alla scoperta dei supereroi fai-da-te.
di Silvestro Ferrara
editore Caratteri Mobili
Link alla pagina del libro:

 

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Giuliano Foschini – Lo zingaro e lo scarafaggio

Raccontare lo sporco che si nasconde dietro il gioco più amato dagli italiani è operazione difficile.

Tutti sanno, tutti conoscono ma nessuno vuole ammettere che le cose sono diverse da come sembrano nella realtà, che i calciatori non sono eroi senza macchia e senza paura, dei immortali da venerare ogni domenica.

Lo zingaro e lo scarafaggio

È un’inchiesta giornalistica, come i Quindici Passi, che non risparmia nomi, fatti e cifre.

Protagonisti sono il macedone Hri, lo Zingaro a cui basta mostrare il proprio volto sfregiato da una cicatrice e l’avambraccio tatuato, un tatuaggio che ricorda Guernica di Picasso, con le sue croci e i suoi morti, e il suo autista/guardia del corpo, un personaggio senza nome, la voce narrante che ci racconta i fatti, gli avvenimenti e i chilometri macinati in tutta Italia per aggiustare, sistemare, comprare le partite sulle quali avrebbero puntato gruppi di mezzo mondo.

A capo di tutto il misterioso Den, trafficante d’armi e di morte che si reinventa scommettitore e capo di un’organizzazione ramificata in tutto il mondo. E poi tutti gli altri gruppi. I Pugliesi, i Napoletani, i Siciliani, i Bolognesi, gruppo capeggiato dall’ex attaccante della Nazionale italiana Beppe Signori, un personaggio che appare compulsivamente legato e attratto da qualsiasi tipo di scommessa, come dimostra il racconto del Buondì da mangiare in trenta passi.

Paradossalmente ad uscire male da questa storia non sono i malavitosi, chi organizzava tutto. Sono i calciatori, gli scarafaggi, per usare una definizione cara a Hri.

Viziati, ignoranti, stupidi. Gente che spreca un dono di Dio, il talento, cercando scorciatoie per arricchirsi di più e più velocemente, come se non bastassero i soldi, la fama e tutto ciò che ne consegue che lo status di calciatore porta in dote in Italia.

Calciatori come Andrea Masiello che da promessa del calcio italiano, il Thuram bianco secondo Fabio Capello, si trasforma in scommettitore e arriva a vendere la dignità della propria squadra, causandone la sconfitta in un sentitissimo derby.

O come Paoloni, il portiere che dalla serie A finisce nelle serie minori e arriva a drogare i propri compagni di squadra pur di raggiungere l’obiettivo e garantire il risultato che aveva venduto ai gruppi di scommettitori.

O come Cristiano Doni che da idolo di una città e capitano della squadra cittadina arriva a diventare il simbolo esecrato dalla stessa tifoseria che fino a pochi mesi prima lo adorava.

L’inchiesta di Foschini e Mensurati riporta anche la paura che puntualmente la giustizia sportiva arrivi ad insabbiare tutto, a chiudere velocemente la questione, punendo magari solo i pesci più piccoli o chi ormai è fuori dal mondo del calcio.

Punire pochi, insabbiare il resto e far dimenticare tutto, in modo che i tifosi e tutto il resto del mondo continui a pensare che il gioco del calcio e i loro idoli siano puliti e non scarafaggi pronti a tradire l’affetto dei tifosi e la loro dignità di sportivi, che non sia successo nulla, che tutto sia tranquillo e che tutto possa tornare alla tranquillità.

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Marcello Introna – Percoco

Percoco è un romanzo della memoria. E’ il romanzo del recupero della memoria. Della memoria di una storia dimenticata da quasi tutti, anche da chi ha vissuto la psicosi e la paura seguite ai fatti raccontati.

È il romanzo di una Bari che si sta riprendendo, più o meno, dai tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale.

La Bari di Percoco non è una così lontana da quella dei professionisti dei romanzi di Carofiglio o di Lupi di Fronte al Mare di Carlo Mazza.

È la Bari del dopoguerra, che forse non si è ancora ripresa dal bombardamento che ha segnato la sua guerra ma che cerca di ricominciare in tutti i modi una vita tranquilla dopo gli affanni degli ultimi anni.

È la Bari dei genitori dei professionisti di oggi.

Famiglie piccolo borghesi ossessionati dalla scalata sociale, dalla carriera dei figli sui quali riversare le loro aspirazioni, i loro desideri di rivincita, i loro sogni di scalata sociale.

Franco Percoco nasce in una di queste famiglie.

La famiglia Percoco è l’esempio di questa volontá di crescita sociale, accentuata, in questo caso, dalle “disgrazie” da nascondere a tutti e da rimuovere dalla memoria e dalla vita.

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Ritorna Letterativo

Ritorna Letterativo.

Quattro appuntamenti che dal 23 novembre al 13 dicembre accompagneranno i Tarantini amanti della letteratura e dei libri. Quattro appuntamenti per conoscere e scoprire quattro autori.

Si inizia il 23 novembre con Marcello Introna e il suo Percoco. Il 29 novembre sarà il turno di Giuliano Foschini che parlerà dei Quindici Passi e di Lo Zingaro e lo Scarafaggio. Ospiti di dicembre saranno Silvestro Ferrara che presenterà, il 6 dicembre, Supergiusti, supertosti, superveri. Alla scoperta dei supereroi fai-da-te e Antonella Fiore e i suoi Amorincorso, il 13 dicembre.

Ad ospitare questi appuntamenti invernali di Letterativo sarà la storica libreria tarantina Dickens, in Via Medaglie d’Oro, che permette a Letterativo di presentare i libri e i loro autori nello spazio più adatto, una mare di libri.

Vogliamo ringraziare gli sponsor di questa edizione di Letterativo, Très Jolie Taranto e il B&B Lamanna.

Vi aspettiamo numerosi.

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“Taranto vista da…”: il capoluogo ionico per Fulvio Colucci, Leo Palmisano e Giuliano Pavone

Evento speciale di Letterativo mercoledì 25 luglio alle ore 20.15 presso le Terrazze “Le Fogge” dell’Hotel Akropolis.

Tre scrittori, Fulvio Colucci, Leo Palmisano e Giuliano Pavone racconteranno la loro Taranto: un territorio meraviglioso, città dove fermenti culturali e oblio convivono senza scontri. Un Locus amoenus abbandonato, ma mai dimenticato.

Ogni autore rappresenta una prospettiva diversa, un punto di vista differente per poter osservare coerentemente tutte le sfaccettature del capoluogo ionico senza eccessivi campanilismi o disfattismi. Fulvio Colucci, il tarantino che è rimasto nella sua città, Giuliano Pavone, il tarantino che ha dovuto lasciarla e Leo Palmisano, l’occhio esterno.

Un piccolo successo quello di Letterativo, che da un anno fa incontrare a Taranto scrittori e pubblico nell’ora dell’aperitivo. Così, alcuni autori affezionati all’evento hanno deciso di stravolgere il rito degli incontri letterari per confrontarsi su Taranto e le sue contraddizioni.

Commenta Colucci: «Una città povera di appuntamenti che paradossalmente è al centro di fenomeni culturali e letterari. Vogliamo ragionare su come Taranto sia vista dagli scrittori. È stata realizzata un produzione letteraria copiosa, spesso non ad opera di autori che vivono a Taranto e che non sappiamo quanto stia effettivamente facendo comprendere la città e i suoi problemi».

«Doppia come due sono i suoi mari – afferma Pavone – , liquida, sfuggente, estrema, piena di contrasti. Nel bene e nel male, una città unica. E che ancora non si è arresa».

Palmisano aggiunge: «Per me, barese, Taranto è un occhio nel quale si specchia tutto il sud che non ce l’ha fatta a diventare nord. In quell’occhio che vorrebbe chiudersi su se stesso per nascondere al Mediterraneo la pena del fumo che s’innalza come una grande lacrima grigia contro il blu carnoso e sensuale del cielo sopra il mare Jonio».

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Carlo Mazza – “Lupi di fronte al mare”

Molto spesso le città, con le loro peculiarità e le loro atmosfere, diventano protagoniste attive dei romanzi. Carlo Mazza rende Bari, la Bari degli ultimi anni, quella degli scandali berlusconiani, quella delle narrazioni vendoliane e dei dubbi sulla questione morale di sinistra, protagonista del suo Lupi di fronte al mare.

Il romanzo gioca su due livelli.

Il primo, raccontato in terza persona, è quello delle vicende legate alla Banca e ai suoi amministratori. Un livello nel quale politica, malaffare, sanità e malavita si mischiano, convivono e agiscono insieme per raggiungere obiettivi il più delle volte loschi. La Banca, radicata nel territorio, è il fortino da difendere dalle decisioni di un padrone venuto da fuori. Non per ragioni campanilistiche, ma per puro interesse personale. La gestione clientelare del credito, che si rispecchia nella gestione clientelare della politica e della sanità, è la forza motrice delle azioni dello spregiudicato gruppo di amministratori, capeggiati dall’avvocato Spadaro.

Il secondo livello è quello in cui opera Bosdaves, capitano dei carabinieri. Qui la storia, in prima persona, diventa narrazione di disincanto, di delusione e di speranze. Il capitano, spesso assente mentalmente dal suo lavoro, viene risucchiato nelle vicende della Banca, con i suoi delitti e i suoi misteri, dimenticando le difficoltà familiari per pochi istanti e intravedendo la speranza di un nuovo amore.

Intorno a Spadaro e a Bosdaves, protagonisti principali di questa storia, troviamo personaggi più o meno importanti. Personaggi gretti e personaggi al limite della macchietta e proprio per questo reali. E poi riceviamo continue sorprese e lezioni da alcuni di loro. Su tutti, il boss malavitoso che regala, inconsapevolmente, lezioni di vita e di potere e citazioni machiavelliche.

Poi c’è Bari. Protagonista sempre presente e silenziosa dal romanzo. La Bari dei salotti buoni. La Bari della malavita. La Bari degli scandali e delle scorciatoie per arrivare al successo e alla ricchezza (il metodo Tarantini è nato qui). La Bari dei professionisti inetti e arroganti, con molti vizi e pochissime virtù, che ricoprono posizioni di prestigio più per amicizie e parentele che per meriti propri.

Lupi di fronte al mare non è solo un romanzo, un noir ben costruito, ma anche un trattato sociologico su una città che ha assorbito il peggio degli ultimi anni. Una città specchio dell’Italia intera.

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Chi è Carla Maria Russo (con parole sue)

Carla Maria Russo, autrice de “La Regina Irriverente” e ospite del secondo appuntamento di Letterativo, si racconta così:

Sono nata a Campobasso, in Molise, dove, stando alle cronache familiari, sono vissuta solo i miei primi quindici giorni di vita. Poi ho abitato in diverse altre città seguendo i trasferimenti di mio padre, agente di pubblica sicurezza, fino a quando, all’età di tredici anni, sono approdata a Milano, dalla quale non mi sono più mossa e che considero la mia città. Qui ho compiuto gli studi superiori nel liceo classico A. Manzoni  e quelli universitari presso L’Università degli Studi, dove mi sono laureata in Lettere Moderne con una tesi in storia del Risorgimento.

Dopo la laurea, ho insegnato Italiano e Latino nel triennio del liceo, tornando come docente nello stesso liceo classico Manzoni che avevo frequentato come studente.

Agli inizi degli anni ’90 però ho deciso di lasciare l’insegnamento e dedicarmi ad altre attività con le quali mi piaceva misurarmi. Una di queste è stata la ricerca storica, mia antica passione, un’altra la scrittura. All’inizio ho scritto per me stessa, desiderosa di mantenere traccia delle storie nelle quali mi imbattevo attraverso le mie ricerche, così intense, appassionanti e vive da annullare il tempo e parlare all’uomo di ogni epoca. Perché ogni “vera” storia è sempre storia contemporanea. Poi, dietro sollecitazione di mia figlia Gaia, che frequentava allora le scuole medie, ho scritto di getto, nel corso del mese di vacanza estiva, un libro per ragazzi dal titolo Bartolomeo alla prima Crociata. L’entusiasmo con cui è stato accolto in famiglia e le insistenze di Gaia mi hanno convinto a presentarlo a una casa editrice, vincendo la timidezza e, soprattutto, il disagio di un rifiuto quanto mai possibile. Invece il libro è stato accettato e pubblicato da Mursia –scuola. Da quel momento è cominciata la mia avventura come scrittrice.

L’anno successivo ho pubblicato, con la stessa casa editrice, il romanzo Due Amici e un nemico e, nel 2002, Monlué, con San Paolo edizioni. Nel 2004 sono approdata a Il Battello a vapore con cui ho pubblicato Il mio amico Napoleone (2003) e Il segreto di Clelia (2011). Nel 2005 è uscito il mio primo romanzo per adulti, dal titolo La sposa Normanna, che ha riscosso fin da subito un grande successo. Vincitore del premio Città di Cuneo Primo Romanzo e del premio Feudo di Maida, non ha mai cessato di trovare consensi fra i lettori e ha sempre visto incrementare negli anni il suo successo. Una sorte molto simile è toccata a tutti i romanzi successivi: Il Cavaliere del Giglio, L’amante del Doge e Lola nascerà a diciott’anni, che ha vinto il premio letterario Fenice Europa.

Ma il premio che più mi gratifica in questo mio ruolo di scrittrice è il rapporto con i miei lettori, che mi scrivono numerosi e mi arricchiscono molto con il loro entusiasmo e considerazioni. Proprio ai loro dedicherò mio prossimo romanzo, in uscita nell’aprile 2012, e in particolare ai numerosissimi che hanno chiesto di scrivere un nuovo romanzo ambientato nel Medioevo.

Per scoprire di più, visitate il suo sito.

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11 Agosto. Ilaria Cavo – Il Cortocircuito

Terzo appuntamento per Letterativo che dopo il successo dello scorso incontro propone giovedì 11 agosto alle 19.15 al Capannina Relax Cafè un imperdibile appuntamento con la nota giornalista Ilaria Cavo e il suo libro: “Il Cortocircuito”.

 

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Benvenuti a Letterativo!

Benvenuti a tutti a Letterativo!!!

Cosa è Letterativo???

Letterativo è il ciclo di eventi letterari che da luglio a settembre animerà il cuore verde di Taranto, la Villa Peripato.

Letterativo è l’occasione per incontrare scrittori e discutere dei loro libri e delle tematiche affrontate.

Letterativo è un punto di incontro e un contenitore culturale.

Letterativo è un modo diverso per passare una sera d’estate.

Letterativo è …

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