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Giuliano Foschini – Quindici Passi

Scrivere del libro di Giuliano Foschini, Quindici Passi, in questo momento storico è difficile.

È difficile parlare di un libro, un’inchiesta giornalistica, che racconta cosa sia l’Ilva, il più grande impianto siderurgico d’Europa, per Taranto e per i suoi abitanti.

Foschini ha il merito di affrontare, insieme ad altri autori e libri, come Fulvio Colucci e Giuse Alemanno con il loro Invisibili per esempio, l’argomento Ilva prima che questo diventasse carne da macello per le discussioni televisive pomeridiane, per i finti dibattiti televisivi lontani anni luce dalla realtà tarantina, da quella puzza di minerale che ti entra nelle narici, si attacca ai vestiti e non ti lascia più.

È facile parlare senza conoscere realmente la situazione, o conoscendo a stento la posizione geografica di Taranto, nella comodità di uno studio televisivo romano o milanese, dove non arriva nessuna di quelle sostanze, di quegli acronimi che il giornalista elenca.

Foschini parla di Ilva prima dei cortei che hanno paralizzato la città, prima delle lotte tra chi vuole che l’Ilva chiuda senza se e senza ma, subito, e chi vuole difendere il suo posto di lavoro, che viene prima di tutto e che ti permette, in un periodo di crisi, di barcamenarsi e di raggiungere, bene o male, il fine mese. Dà spazio a chi ogni giorno lotta contro la polvere minerale che si poggia su qualsiasi cosa. A chi lavora all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino e si trova davanti al dilemma se sia giusto sostenere la  famiglia con il proprio lavoro e, allo stesso tempo e con lo stesso lavoro che sfama, aumentare le possibilità che i suo cari si possano ammalare. Foschini racconta dei ragazzini, dei bambini che hanno i polmoni ridotti come quelli di un fumatore incallito.

I quindici passi sono la distanza che separa l’impianto siderurgico dalla città, dal suo quartiere più martoriato, Tamburi, divenuto simbolo di un disastro ambientale e della voglia di lottare contro chi non ha rispettato le regole in tutti questi anni. Tamburi, dove un’ordinanza del Sindaco di Taranto ha vietato ai bambini di giocare per strada, privandoli di un’infanzia normale fatta di partite a pallone che durano pomeriggi interi.

Quindici sono i passi che dividono l’industria dal cimitero di San Brunone, dove riposano  tanti ex operai, morti sul lavoro o di malattia o, semplicemente, di vecchia, e dove la dignità dei morti è protetta dipingendo di rosa le tombe e le cappelle, in modo che nessuno si possa rendere conto del minerale che a ritmo continuo si poggia sugli stessi.

I quindici passi del titolo, i quindici passi che dividono l’Ilva dalla città ricordano , forse, i cento passi che dividevano la casa di Peppino Impastato dalla casa di Tano Badalamenti, il boss mafioso, e che forniranno il titolo al film di Marco Tullio Giordana. Passi e distanze che dividono, in tutt’e due i casi, vittime e carnefici.

Filo conduttore dell’inchiesta giornalista di Repubblica sono le lettere che i bambini di Taranto hanno scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al Governatore pugliese, Nichi Vendola. Lettere dove emerge la speranza per un futuro migliore, un futuro dove la paura di ammalarsi e i fumi grigi che coprono il cielo di Taranto siano solo un triste ricordo.

L’Ilva per Foschini è il Vulcano dove un magma continuo di persone, materiale minerario e storie bolle quotidianamente, si amalgamo creando un universo vicino e allo stesso tempo lontano, un mondo da difendere, per alcuni, o da combattere, per altri. Da mantenere aperto in nome della difesa del posto di lavoro, per metà della città, o da chiudere immediatamente, senza se e senza ma, per l’altra metà.

Foschini, parlando dell’Ilva, infine, ricorda a tutti che Taranto è una città bella ed è questo il messaggio che vorremmo che restasse nella memoria di chi leggerà questo libro, di chi parla di Ilva, di chi esprime, a torto o a ragione, opinioni su tutta questa vicenda, che dovrà pur risolversi per il bene di tutti. Taranto è una bella città, nonostante l’Ilva.

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28 Luglio. Fulvio Colucci/Giuse Alemanno – Invisibili,vivere e morire all’Ilva di Taranto.

Primo appuntamento con Letterativo. Giovedì 28 luglio, Fulvio Colucci e Giuse Alemanno parleranno del loro “Invisibili – Vivere e morire all’Ilva di Taranto”, ed. Kurumuny.

 

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